Quella di Giovanni Battista De Andreis è una «grande» pittura. Conseguenza e figlia di un disegnatore straordinario che della «pittura-pittura» coglie ogni opportunità, che ne conosce come pochi ogni storia e ogni segreto tecnico sublimandoli in un reincantamento del mondo.
Nel rifiuto di qualsiasi mitologia del concettuale De Andreis riesce a riportare l’arte e la bellezza entro confini sicuri, nella cornice di valori non negoziabili. Una estetica intrinseca alla forma e che attraverso la forma si sublima nello spirito assoluto dell’immagine. «Pittura che inquieta e affascina insieme, in un nesso inscindibile. Inquieta per la frantumazione o la destrutturazione delle forme o delle figure poi ricomposte nell’invenzione di nuove figurazioni che affascinano per la struttura, i colori, la ricerca psicologica, e tutto ciò che offre inedite possibilità di lettura e di osservazione» (Riccardo Ceccarelli). Le opere che l’Artista ha creato nel corso di mezzo secolo, non vivono un tempo reale ma una lunga durata che sembra non avere né origine né fine. Solitario estremamente contemporaneo, tra gli artisti che hanno fatto la storia artistica italiana ed europea dell'ultimo mezzo secolo, De Andreis è difficile da collocare.
Il suo contributo a una ricerca visuale fuori schema, anche per gli «stili» attraversati e un’instabilità e fluidità di percorso, delinea il suo spartiacque etico ma anche culturale ed estetico, assurgendo quasi a metafora del crollo delle ideologie.
Stefania Massaccesi è stata unica e sola allieva di De Andreis, a partire dal 1990.
Dopo l’invito alla mostra curata da Carol Mc.Craine Figured, presso l’Associated American Artists di New York quale rappresentante del figurativo italiano, nel 1996 esordisce in Pitture, al Museo Casa dei Carraresi di Treviso, rassegna itinerante in musei creata da Marco Goldin con catalogo Electa. Nello stesso anno personale a tre alla galleria Marazzani Visconti in via del Corso a Roma. “Sono lieto che i meriti di Stefania Massaccesi vengano riconosciuti. Io credo sia una delle espressioni più forti e più valide apparse negli ultimi tempi”. Sono parole di Federico Zeri, tra i suoi primi estimatori e collezionisti, con cui l’Artista ebbe un rapporto privilegiato durato fino alla sua prematura scomparsa.
Nel 1998 è presente alla Mostra internazionale Ad occhi aperti / L’autoritratto presentata al Museo dei Bozzetti di Pietrasanta.
Nel 2001 prima importante personale e antologica con 80 opere, dedicata a Federico Zeri, al Museo Mole Vanvitelliana di Ancona. Nella presentazione in catalogo Vittorio Sgarbi riconosce all'artista, “oltre all’innegabile cifra stilistica, un magistero tecnico degno di figurare accanto alle espressioni dei maggiori artisti contemporanei”. Due volte segnalata Artista dell’anno sul Giornale dell’Arte di Allemandi, da Italo Faldi nel 1997, e da Fabrizio Lemme nel 2001.